Candidatura Azufel_Azaroth

AzufelAzaroth
00venerdì 24 febbraio 2017 22:21
Salve. Sono parecchio interessato alla razza chiusa degli Aasimar per stile di gioco e scopi, per cui ho scritto un piccolo back ground del mio personaggio che illustri la sua vita e la sua appartenenza ad essa. Chiaramente ditemi se è troppo lunga o c'è qualche imperfezione, in modo da correggerla.

Azufel Azaroth, Umano, Livello 4, Frecce Nere


Capitolo 1. LA VITA SINO AI 17 ANNI
Dell’infanzia di Azufel non c’è molto di cui raccontare. Era nato ad Ovest, oltre il mare, in una città chiamata Nimiis, da padre e madre umani. La sua famiglia, gli Azaroth, erano i migliori commercianti di seta della città e dintorni, poiché era pregiata e fortemente voluta da tutto il ceto nobiliare per la sua comodità. L’attività era gestita prima da nonno Multum e poi, quando il vecchio non ebbe più le forze, da suo figlio e padre di Azufel, Keruleus. Suo padre, all’età di 23 anni, sposò la madre di Azufel, ai tempi figlia del celebre speziale Pontehoror, Kiirina. Dopo aver avuto il loro primo figlio, nonché fratello maggiore di Azufel, Leoder, la famiglia sembrava più prospera e felice che mai. Dopo altri due anni venne poi alla lui, Azufel Azaroth, secondogenito e fratello minore di Leoder, il secondo maschietto della casata Azaroth. Sarebbe stato con lui stesso che il nonno avrebbe instaurato un legame più solido e affettuoso che con gli altri. Dopo altri 2 anni sarebbe nata la sorella di Azufel e Leoder, Delania, chiamata così in onore della nonna materna. Infine, dopo altri 6 anni di differenza con gli altri fratelli, sarebbe nato l’ultimo maschietto della casata Azaroth, vale a dire Petrus. La vita per gli Azaroth non era mai stata così splendida, quattro figli, tante ricchezze ed una serenità all’interno della città che sarebbe potuta durare un’eternità. Azufel, allo stesso modo di tutti i fratelli, avrebbe ottenuto un’educazione ferrea e rigida dai migliori precettori del suo tempo, che oltre la retorica, l’oratoria e la grammatica, l’avevano istruito pure nel combattimento, corpo a corpo che con le armi. Il giovane Azufel comunque non si mostrava così inclinato agli studi, a differenza del suo fratello più grande e questo fu fonte di leggero dispiacere per la famiglia, che comunque non si tratteneva dal donargli affetto e gioia. Crescendo con l’età, Azufel avrebbe imparato a godere delle ricchezze della famiglia, dedicandosi per breve periodo al gioco d’azzardo e alle donne. Un giorno, a causa di una lita avuta con una famiglia rivale alla sua, gli Spektetk, subì una sassata sul labbro destro, causandogli una cicatrice permanente. Comunque, nel corso della sua vita sino ai 17 anni, il rapporto che il nonno Multum fu con lui fu di grande ispirazione per il giovane Azufel. Il nonno lo indirizzò verso la via dell’onestà e dell’aiuto verso il prossimo, nonché della benevolenza verso chi era più povero, ma a causa dell’animo irruento e instabile di Azufel, egli sembrava non riuscire a trovare un modo per impartire i suoi insegnamenti al nipote.

Capitolo 2. GIORNO DELLA MEMORIA
Azufel, nonostante ormai l’età adulta, non veniva fatto partecipe degli affari di famiglia, a differenza di suo fratello Leoder, più responsabile e capace. Ogni tanto gli era incaricato di portare messaggi a persone in varie parti della città, trasporto di piccole somme di denaro, consegne e niente di più. Un giorno, dopo l’ennesima giornata passata a zonzo nella città, si sarebbe ritirato a casa la sera, come di consueto. Trovò una forte confusione per tutta l’abitazione. Mobili distrutti, arazzi vandalizzati e piccole zone piene fango ed acqua. Della famiglia Azaroth non c’era alcuna traccia. Azufel, enormemente preoccupato, si sarebbe diretto a chiedere informazioni alle milizie cittadine. Dopo aver appurato che si trattasse del giovane Azufel Azaroth, essi avrebbero cercato di catturarlo ed imprigionarlo. Azufel riuscì a scampare per miracolo alla cattura, grazie al suo fisico atletico e alla sua sufficiente capacità di arrampicarsi e infilarsi in zone anguste. La risposta gli appariva ovvia, la sua famiglia era rinchiusa in prigione, per non si sa quale motivo e destinata ad un fato ignoto. Riuscito ad infiltrarsi durante la notte nelle prigioni, avrebbe ottenuto dal padre un messaggio da recapitare ad un amico di famiglia, un collega di suo padre, tale Vereghin Straitso. Poco prima di andare, comunque, venne informato della mancata cattura di suo nonno, Multum, che era riuscito a mettersi in fuga poco prima di essere catturato anche lui. Sollevato dalla notizia, Azufel non perse tempo, si recò a casa della persona da sua padre descritta e avrebbe chiacchierato a lungo con lui. Una volta accertato che si trattasse di un pericolo ed increscioso malinteso, Vereghin Straitso si impegnò a liberare immediatamente la famiglia Azaroth dalla prigione. Convinse più volte Azufel a cercare rifugio in casa sua, semmai gli fosse servito. Azufel rifiutò, partendo alla ricerca di suo nonno per le strade. Dopo diverse ore di ricerca, l’alba era sopraggiunta e di suo nonno nessuna traccia. D’un tratto, sentì da una piazza vicina un forte rumore di tamburi, accompagnato dal rumore prodotto da una innumerevole folla. Accorso a vedere, Azufel fece l’orribile scoperta che in quella piazza si stava tenendo un’esecuzione. Dapprima non capì di chi, ma dopo che le persone condannate vennero mostrate, egli apprese con infinito orrore i volti della sua famiglia. Azufel, in preda al terrore, notò anche che la figura che elencava i capi d’accusa era lo stesso Vereghin Straitso. Traditore e privo di sentimenti, fece impiccare la sua famiglia con accuse infondate e infamanti, fondate da nessuno straccio di prova. Azufel capì che si trattava di false accuse per mettere la sua famiglia fuori gioco una volta per tutte. Azufel avrebbe voluto fermare quella pazzia, porre fine a tutto ed uccidere Straitso, ma qualcuno lo aveva identificato, bloccandolo ed impedendogli di muoversi. Poco prima di perdere conoscenza a causa dell’asfissia, avrebbe osservato gli ultimi istanti di vita della sua famiglia.


Capitolo 3. IL RISVEGLIO
Colui che l’aveva fermato e portato in un luogo sicuro era suo nonno, Multum. Dopo avergli spiegato di essere scappato dalle guardie e di essersi mimetizzato, era certo di poter trovare il nipote in quella piazza. Azufel era comunque con l’animo a pezzi, privo di sentimenti e depresso fino alla morte. Desiderava solo vendetta verso quella persona che aveva tradito la sua famiglia, esaudendo così il suo desiderio di vendetta. Il nonno, anche lui devastato, dovette fargli desistere da quei pensieri, proponendo al nipote un’altra vita, lontano da tutto questo e priva di rischi. Azufel doveva decidere se vendicarsi della sua famiglia oppure seguire il nonno altrove, seppellendo il suo dolore.


Capitolo 4. LA SCELTA
Azufel non aveva modo di poter vendicare la sua famiglia. Non possedeva alcun addestramento valido da poter schiacciare i suoi avversarsi con facilità. A malincuore e con un desiderio di vendetta sempre crescente, dovette abbandonare la città e seguire il nonno in un viaggio verso Est. Di città in città, di anno i anno, Azufel e Multum viaggiarono insieme ed il nipote apprese dal nonno dei validissimi insegnamenti morali di vita, volti al bene supremo e ad un futuro ricco di pace e senza guerra. Azufel non capiva come suo nonno non covasse rancore da ciò che era successo anni prima, non riuscendo a trovare un modo per applicare i suoi insegnamenti. Tuttavia notava, con curiosità, che quando egli parlava i suoi occhi brillavano per qualche istante. All’inizio pensò subito ad un gioco di luce del sole, ma spesso capitava anche al buio. Il nonno era piuttosto vago su quell’argomento, non rivelando al nipote la sua origine.




Capitolo 5. VENDETTA

Dopo quasi quattro anni, Azufel sembrava essersi ripreso lentamente da ciò che era avvenuto tempo prima. Ore di meditazione, preghiera ed addestramento avevano forgiato in lui un nuovo animo, pronto ad essere applicato da quel momento in avanti. Il nonno era orgoglioso di cosa era riuscito a fare con suo nipote. Un giorno, nella cittadina di Potersis, Azufel, insieme a suo nonno, apprese che Vereghin Straitso si trovava in quella medesima città, per ospitare il ricevimento delle sue seconde nozze. Quella per Azufel sembrava essere un’occasione ghiotta per poter placare la sua sete di vendetta, ma suo nonno lo fece ragionare, cercando di fargli capire come ormai tutto fosse inutile e che sarebbe stato un peccato rovinare così quegli anni di addestramento. Azufel dunque decise di rinunciare alla vendetta. Poco prima di lasciare la città, tuttavia, ebbe un piccolo ripensamento. Come avrebbe potuto raggiungere la pace dentro di sé se ella stessa era racchiusa nella vendetta. La serata del ricevimento riuscì ad imbucarsi all’interno di esso, non preoccupandosi dell’aspetto fisico, conscio del fatto di apparire diverso da quello di prima e che nessuno avrebbe potuto riconoscerlo o ricordarsi di lui. Nel momento in cui riuscì ad avere a pochi passi da lui Vereghin, impugnò un coltello per ucciderlo mortalmente. Un colpo ben assestato nella pancia avrebbe creato uno squarcio nello stomaco di Straitso. Dopodiché il suo piano fu di scappare immediatamente dalla scena, tentando di non far capire a nessuno ciò che in realtà era accaduto. La fuga fu rapida, ma poco prima dell’uscita da lui programmata di usare si trovò ad affrontare diverse guardie. Lo scontro fu violento e rischiava di farne arrivare altre. Tentò una fuga disperata, inseguito da guardie e da arcieri, che lo mancavano sempre di meno ogni volta. Giunto fuori dall’abitazione, si sarebbe infilato in un vicolo per cercare di prendere fiato dall’inseguimento. Avrebbe piano notato che nessuno lo stava inseguendo ancora, cosa strana per lui, poiché non pensava di essere riuscito a fuggire con tanta facilità. Guardando dietro di sé notò che una figura era impegnata nel combattimento con le guardie: suo nonno. Si batteva con maestria tale da non mostrare l’età che in realtà aveva. Poco ci volle che però le frecce lo colpissero, rallentandolo. Dopo che sopraggiunsero altre guardia, il nonno venne sopraffatto e colpito a morte. Un urlo lacerante avrebbe sferzato l’aria quella sera. Azufel aveva perso anche l’ultimo componente della sua famiglia. Avrebbe guardato il corpo di suo nonno, che lo fissava per un’ultima volta, prima di spegnersi. Allo stesso tempo una freccia si sarebbe diretta verso il petto di Azufel. Non seppe perché, ma non facendo alcun movimento, quella freccia non sarebbe andata a segno, ferendolo solo lievemente al fianco. Il nonno, poi, avrebbe chiuso gli occhi definitivamente. Azufel, invece, sarebbe scappato, riuscendo infine a fuggire al suo inseguitore.

Capitolo 6. NUOVA VITA
Aveva ottenuto vendetta, ma a che prezzo? Suo nonno si era sacrificato per permettergli la salvezza a causa di un suo errore. I sensi di colpa attanagliavano il suo animo, facendolo ricadere in un vortice di sentimenti deprimenti. Decise di lasciare per sempre l’Ovest, dirigendosi sempre più ad Est. Dopo quasi 8 anni Azufel sembrava aver riottenuto una nuova forza, lasciandosi alle spalle per sempre il suo passato. Avrebbe perseguito gli insegnamenti del nonno, mirando ad una nuova vita all’insegna del bene, della comprensione e della bontà. Una vita dedicata agli altri. Ripresi gli studi e gli allenamenti, avrebbe cercato di portare la sua storia e il suo messaggio ad Est, oltre il mare. Per un anno non ebbe più modo di dedicarsi agli allenamenti e agli studi. Arrivato a Dirhae, sarebbe entrato nel gruppo delle Frecce Nere, mercenari che difendevano la cittadina e il Farsen. La sua era una scelta ragionata, poiché sapeva di poter realizzare il suo desiderio all’interno di un gruppo che appariva di mercenari, ma che era sempre al servizio della cittadina di Dirhae, pronti a proteggere i loro cittadini, garantendo comunque la pace. La Leggenda Naglfar lo accolse tra quelle mura, consolidando l’allenamento di Azufel. In quel luogo Azufel si legò a persone uniche, che avrebbe comunque portato nel cuore per il resto della sua vita.
Rael Elessedil
00domenica 26 febbraio 2017 09:43
Presa visione.

Una domanda: mentre Azufel operava la sua vendetta al ricevimento, il nonno dove si trovava?
Come si è posto il nonno, che desumo essere un Aasimar, nei confronti della vendetta?
AzufelAzaroth
00domenica 26 febbraio 2017 12:09
Dunque...

1) Quando si trovavano nella città in cui si svolgeva il ricevimento, il nonno ed Azufel alloggiavano in un luogo fuori mano, lontano da occhi indiscreti e tranquillo, tutto sommato. Dopo essere riuscito a convincere il nipote a non cercare vendetta, i piani dei due comunque sarebbero stati di partire all'alba per spostarsi ad Est. Si sarebbero quindi dovuti addormentare relativamente presto per potersi svegliare all'alba e in forze. Sarebbe stato dunque il quel momento che Azufel, ripensando al passato, avrebbe ceduto alla forza della vendetta. Aspettando che il nonno comunque fosse addormentato da parecchio, Azufel sarebbe poi sgattaiolato via, senza farsi sentire. Non aveva calcolato comunque il possibile intervento del nonno, Azufel stesso non lo riteneva capace di poter combattere a quell'età, per cui sarebbe andato sul sicuro. Il nonno potrebbe comunque aver percepito che suo nipote si fosse allontanato o comunque si sarebbe svegliato per una sua necessità personale, ma non trovando Azufel a letto avrebbe dedotto tutto e, sapendo la destinazione, avrebbe fatto quanto prima per poterlo raggiungere.


2) Non ho ben capito se nei confronti della vendetta in generale o se di quel particolare caso. Tento di rispondere ad entrambe. La vendetta come caso generale era un fattore estremamente negativo per il nonno, in quanto generava in un uomo rancore, odio e violenza. Una persona veniva devastata soprattutto al livello morale pensando ad una vendetta. Secondo il nonno, la vita di ogni uomo è scossa da diversi mali, ma la vera bravura sta nel saperli affrontare con calma, determinazione ed autocontrollo. Porgere l'altra guancia. Chi risponde con la guerra alla guerra avrà un'esistenza tormentata. Chi risponde con la pace alla guerra, non solo dimostrerà di essere superiore all'altro, ma di aver preferito una via tranquilla e pacifica dove ognuno, comunque, non ci rimetterà ulteriormente.
Nel caso di Azufel si adopera un ragionamento simile. Il nonno avrebbe insegnato al nipote a cercare la pace anche quando intorno a lui c'era guerra. A trarre il bene dal male, anche quando sembrava impossibile. Approcciarsi ad dolore terrificante con un animo benevolo e generoso. Ognuno, secondo il nonno, possedeva un pizzico di animo buono dentro di sé. Chiunque. Il nonno sperava di aver fatto comprendere al nipote la sua idea ed era per questo che, in un primo momento, Azufel non avrebbe cercato vendetta. Il nonno non voleva rischiare che il nipote, cosa a cui era legata da sempre in modo particolarmente affettuoso, rischiasse la vita in una simile impresa. Non l'avrebbe permesso, opponendosi anche con la forza al nipote. Azufel non voleva deludere il nonno, ma si rese conto di non avere altra scelta per sé. Non appena il nonno capì che il nipote aveva ceduto alla vendetta, fece quanto fosse in suo pugno per salvargli la vita, convinto che se avesse dovuto sacrificare la sua, Azufel avrebbe capito tutto ciò che il nonno gli avesse insegnato.
Rael Elessedil
00domenica 26 febbraio 2017 19:28
Grazie per la risposta dettagliata.
Entro stasera avrai il parere ufficiale sul cambiorazza.
AzufelAzaroth
00domenica 26 febbraio 2017 19:55
Grazie a te. Rimango in attesa allora
Rael Elessedil
00domenica 26 febbraio 2017 21:03
Cambiorazza accettato. Procedo al cambiorazza off-game, giocati on-game i risvolti della cosa.
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