Cinema / La vita è un miracolo di E. Kusturica

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ReArtu'
00domenica 6 febbraio 2005 01:11

In una delle prime scene del film si vedono dei pulcini appena nati in un pollaio e qualcuno esclama:”la vita è un miracolo”; già, il segreto dell’esistenza è davvero qualcosa di imperscrutabile, di divino, i credenti direbbero è un dono di Dio.

Ma cosa farci di un dono così importante, quando la nostra vita è innanzi all’orrore della guerra, degli eccidi e delle aberrazioni dell’uomo?
Quando in un solo colpo la moglie ci abbandona per scappare via con un altro e il nostro amato figlio viene arruolato nell’esercito per la guerra? Luka (l’ottimo Slavko Stimac, fedelissimo di Kusturica) è una persona ingenua, ottimista, che fa bene il suo lavoro, insomma, una persona lontana dall’ormai dilagante cinismo e utilitarismo che regolano spesso la vita e i rapporti interpersonali della società attuale.

A lui basta quello che ha: vivere in un piccolo e bizzarro paesino di montagna, badare alla ferrovia per renderlo un paradiso accessibile a chiunque, e poi la moglie Jadranka (Vesna Trivalic) e il figlio Milos (Vuk Kostic) che ama incondizionatamente.
Ma “la vita è un miracolo” anche in negativo delle volte: Jadranga fugge con l’amante e Milos parte per il fronte.
Quando tutto sembra compromesso, senza senso, ecco arrivare il dono più bello e inaspettato: l’amore vero, la bella Sabaha (Natasa Solak).
Sarà di nuovo un destino beffardo e cinico a ricompromettere la felicità e l’equilibrio di Luka, ma interverrà un somaro “santo” e “innamorato”, che ridonerà la speranza perduta alla sfortunata anima nobile del protagonista.

Emir Kusturica, l’autore di “Gatto nero, gatto bianco” e “Underground”, confeziona l’ennesimo capolavoro con un film che lui stesso definisce tristemente ottimista.
Attraverso lo sfondo dell’atroce conflitto serbo-bosniaco, il regista di Sarajevo realizza con sublime poesia un film che lascia aperta la porta della speranza, che con la potenza cieca dell’amore riesce a “combattere” le atrocità di un mondo sempre più nichilista.
Lo fa a modo suo, in un delirio di suoni e colori, di gente allegra e bizzarra, di cani e di gatti che “minacciano” di sbranarsi, senza mostrare le brutalità della guerra (se non in un paio di circostanze, peraltro senza ricorrere alla violenza) e senza schierarsi ideologicamente a favore di una parte.
Si ride, si piange.

La commedia non può mancare nelle rappresentazioni dei “grandi drammi della vita”, Kusturica lo sa bene e ancora una volta dosa con grande maestria i momenti di dolore e di gioia.
Le musiche della sua band, la “No Smoking Orchestra”, costituiscono il sottofondo costante del fim, la “colonna sonora” della vita dei protagonisti, e anch’esse risultano essere “contaminate e contaminanti” dal ritmo gitano e a tratti grottesco che pervade il mondo allegro e colorato di Kusturica.

Quindi, tornando al dilemma iniziale, su quanto vivere a volte possa diventare insostenibile e sul “comprensibile” desiderio di volere farla finita, si potrebbe incominciare a fare una riflessione partendo da uno dei messaggi di questa pellicola: vivere facendo del bene agli altri e amando il prossimo, così la nostra “piccola” e “triste” esistenza può diventare davvero importante; e come dice, a un certo punto, l’ufficiale dal cuore tenero Aleksic (Stribor Kusturica, figlio del regista), la parte difficile non è morire, ma vivere.
Splendida l’ultima, onirica, sequenza del film.
La vita è un miracolo.

Titolo originale: Life is a miracle
Regia: Emir Kusturica

[Modificato da ReArtu' 07/02/2005 19.16]

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