IL VATICANO

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
=omegabible=
00domenica 15 agosto 2010 22:27
lugubre storia di uno stato


Posterò di seguito un altro interessante studio su un problema alquanto controverso nel campo religioso: lo stato Vaticano.

Per uniformità di testo il 3D procederà in modalità chiusa fino alla fine per poi essere aperta ad eventuali commenti.

Grazie per l'attenzione.

omega
=omegabible=
00lunedì 16 agosto 2010 19:43
Il Vaticano


1. INTRODUZIONE

Molti fedeli cattolici non conoscono affatto la storia della propria chiesa e, di conseguenza, sono portati a pensare che essa sia la Chiesa stabilita da Cristo, e sia sempre stata come Cristo l’ha voluta.
Essi potrebbero (o dovrebbero) rimanere profondamente sorpresi se sapessero che il cattolicesimo non esisteva al tempo degli Apostoli, o che esso, nella forma romana odierna, si è sviluppato lentamente, o che, per esempio, il papato non è sempre stato quell’istituzione che oggi si vuole far vedere, o che vi fu un periodo assai lungo in cui non esisteva il purgatorio o che nel passato non si parlava dei santi così come se ne parla oggi …
L’esempio storico che stiamo per citare è molto significativo e la dice lunga sull’effettiva realtà del potere della Chiesa Romana.
In seguito spiegheremo come questo potere sia venuto formandosi storicamente. Certo è che esiste un abisso tra la Chiesa di Cristo, voluta dal Signore, stabilita sul suo sangue, e la Chiesa Cattolica Romana, emersa storicamente con caratteristiche specifiche quale risultato di direttive perseguite da una dirigenza molto astuta ed intelligente che ha saputo costruire un impero senza confini.

2. IL FASCINOSO POTERE DI ROMA CATTOLICA

Durante la Seconda Guerra mondiale, le sirene annuncianti a Roma il passaggio dei micidiali bombardieri alleati spingevano i più fortunati a ripararsi non solo nei predisposti rifugi sotterranei, spesso destinati tristemente a tramutarsi in trappole mortali, ma
anche nel più spettacolare rifugio all’aperto: il porticato berniniano di S. Pietro. I Romani si sentivano in una botte di ferro credendo che nessuno avrebbe toccato la Chiesa nel suo cuore, in S. Pietro (ricordiamo la medesima sicurezza che avevano i Giudei a pro-posito del Tempio di Gerusalemme: Lc 21:5 e Giuseppe Flavio. Sappiamo, però, che Roma distrusse il tempio nel 70 d.C.).
Fatta eccezione per il tragico bombardamento del 19 luglio 1943, che accelerò sicuramente la defenestrazione di Benito Mussolini (25 lu-glio), i cittadini romani erano nel giusto. Mentre il resto del paese subiva spaventose distruzioni, Roma evitava i più profondi drammi della guerra grazie alla presenza del Papa.
Già nel 1527 Roma aveva patito i lanzichenecchi luterani (!) del cattolicissimo imperatore Carlo V: si era trattato però di un caso passeggero, davvero sui generis.
Del pari, anche i bersaglieri piemontesi, che il 20 settembre del 1870 avevano aperto una breccia a Porta Pia precipitandosi nell’Urbe e conquistandola senza colpo ferire, furono costretti a fermarsi dinnanzi alla maestà di S. Pietro.
Gl’Italiani avevano sì, alla fine, ridotto all’osso, quasi annientandolo, il potere temporale della Chiesa, secondo la politica perseguita in epoca risorgimentale dai Savoia, ma non avevano né vinto né scalfito il vero potere della Chiesa.
Dunque, si trattava soltanto di un piccolo colpo inferto ad una struttura molto potente, dalle proporzioni universali, pronta a rivalersi contro gl’Italiani invasori: sicché, con la presa di Roma del 20 settembre 1870, si apriva tra lo Stato della Chiesa e il neonato Regno d’Italia un contenzioso destinato a perpetuarsi, attraverso fasi alterne, sino all’11 febbraio 1929, quando Mussolini e il cardinale Gasparri stringevano i Patti Lateranensi, che facevano del cattolicesimo la religione di stato (ovviamente, e per forza di cose, si doveva addivenire ad un accordo tra i due Stati, quello fascista e quello della Chiesa, entrambi tesi alla conquista delle masse, in specie dei giovani, costituenti il nerbo futuro del paese). Rettifiche ed ammodernamenti ai Patti Lateranensi venivano apportate negli anni Ottanta dal governo Craxi per cui il cattolicesimo non è più la religione ufficiale della Repubblica Italiana. Come che sia, il cattolicesimo rimane comunque l’interlocutore privilegiato dello Stato in materia di religione.
Quali siano state le conseguenze dei Patti Lateranensi nella storia italiana, specie per i non cattolici, non è il caso qui di discutere. Esse sono chiare a tutti coloro che posseggano un briciolo di critica storica.

3. LA STRUTTURA PIRAMIDALE DEL CATTOLICESIMO

Il cattolicesimo è strutturato bene? Se sì, come? Effettivamente, occorre ammettere che, da un punto di vista umano, il cattolicesimo è una struttura piramidale esemplare.
Esso può essere paragonato ad un edificio granitico, nel quale è assai difficile poter scorgere crepe. Infatti, come saggi ed esperti costruttori, i preti romani hanno saputo innalzare, attraverso il lento (quasi immobile) scorrere del tempo, una struttura piramidale saldissima, le cui parti componenti giacciono sottoposte al rigido controllo del vertice, vale a dire del papa e della Curia (per “Curia” s’intende il complesso degli organi che aiutano il Papa nella conduzione della Chiesa).
Per l’appunto dall’alto la religiosità cattolica viene, in definitiva, impostata ed imposta (lo stesso accade con i Testimoni di Geova, controllati dalla Torre di Guardia statunitense).
Da più di un millennio (e non certo dall’età dell’apostolo Pietro, quando il cattolicesimo non esisteva affatto), il vertice della Chiesa Cattolica Romana dirige e controlla lo svolgimento della vita spirituale dei fedeli sparsi dappertutto.
Non va dimenticato, tuttavia, che esiste un’intima e reciproca influenza (osmosi) tra la base del cattolicesimo, seguace talvolta di credenze superstiziose, e il vertice, sempre pronto, laddove occorresse e convenisse, ad esaminare attentamente ed eventualmente ad accogliere le istanze della base stessa senza problemi, riuscendo ad adattare se stesso in modo camaleontico alle esigenze dei tempi e dei momenti.


......segue.....

omega [SM=g27998]
=omegabible=
00mercoledì 18 agosto 2010 18:26
Il Vaticano

4. LE ORIGINI DEL CATTOLICESIMO

Quando ci chiediamo che cosa sia e come si sia formato il cattolicesimo nella forma romana, bisogna anzitutto riconoscere che esso non si è costituito d’un tratto e che risulta complesso spiegare come sia venuto storicamente formandosi (e trasformandosi) sino a raggiungere lo stato attuale. È quindi assai difficile attribuire una data precisa all’inizio del cattolicesimo. Si deve piuttosto parlare di tendenze, di acquisizioni di potere (spirituale, politico ed economico) che spesso si allungano nel tempo e nella lunga durata delle strutture sociali e delle forme mentali. Se ne deve, perciò, descrivere l’origine e lo sviluppo facendo leva su larghi blocchi che si configgono nella storia umana e che manifestano gradualmente
i caratteri peculiari del cattolicesimo romano. Solo per comodità, e con tutta l’arbitrarietà insita in ogni periodizzazione storica, sud-divideremo la nostra breve analisi nei seguenti due semplicissimi blocchi: la Chiesa dalla morte degli apostoli a Costantino; la Chie-sa da Costantino ad oggi.

– La Chiesa dalla morte degli apostoli a Costantino.

La Chiesa di Cristo nasce a Gerusalemme, intorno al 30 d.C. Dal 30 al 100 circa, essa, sotto la guida degli apostoli di Gesù, comincia a diffondersi nel mondo greco-romano facendo perno su di una struttura esclusivamente locale. Non esistono centri di potere. Ogni Chiesa locale è sorvegliata da un collegio di anziani o vescovi o pastori (1Tm 3:1ss; Tt 1:5ss; At 14:23). Non esistono (ancora) né il Papa (greco: pàppas, “padre”) né il vescovo monarca sugli altri vescovi all’interno della Chiesa locale. La Chiesa di Roma, della cui origine nulla può dirsi di certo, è solo una delle decine di chiese disseminate nell’Impero.
Fino all’ascesa di Costantino (303-337) al trono imperiale, le chiese rispettano, grosso modo, la struttura gerarchica episcopale, vale a dire sono soggette al vescovo (episcopato monarchico). Ma, come abbiamo visto, il governo del vescovo unico sugli altri vescovi costituisce già un’alterazione evidentissima rispetto all’originario modello di governo delle Chiese di Cristo primitive, che è un mo-dello basato, come già detto, su di una pluralità di vescovi.

– La Chiesa da Costantino ad oggi.

Dopo aver conquistato il potere a prezzo di durissime lotte, Costantino, il primo imperatore romano ad appoggiarsi decisamente alla Chiesa, si preoccupa della confusa situazione religiosa del suo tempo e tenta di risolvere la crisi causata dall’arianesimo convocando il primo concilio ecumenico, quello di Nicea del 325.
I successori di Costantino, tranne Giuliano l’Apostata (331-363), seguiranno le orme del loro avo, aboliranno progressivamente ed ufficialmente il paganesimo, eleveranno la Chiesa al rango di interlocutrice primaria per il benessere spirituale dei sudditi.
La Chiesa stessa, forgiata nel crogiolo delle persecuzioni precostantiniane, ha acquisito con il tempo capacità e mentalità tali da soppiantare il paganesimo morente e da porsi quale validissima alternativa al secolare e indebolito potere statale.
La Chiesa di Roma può vantare una dirigenza abile, che ha modellato la propria struttura su quella dell’Impero. I preti romani sanno leggere e scrivere con proprietà, sanno contabilizzare l’immenso patrimonio fondiario della Chiesa, risultato dei munifici lasciti dei ricchi credenti, sanno, in altre parole, porsi laddove lo Stato non riesce più ad arrivare. Il vecchio mondo imperiale romano è morto. Esso dà origine ad una realtà diversa, nella quale la Chiesa riesce ad incunearsi efficientemente, sostituendo le tradizionali autorità governative. Se un periodo di tale evoluzione può indicarsi orientativamente quale simbolo di un potere non più spirituale ma anche e soprattutto politico, questo è il periodo del monaco Gregorio Magno (590-604), proveniente da antica e ricca famiglia patrizia.
Con Gregorio, il cosiddetto “console di Dio”, la Chiesa romana assume davvero il controllo dell’Urbe, ove le antiche strutture imperiali, debolmente sostenute dai Bizantini, crollano. Con Gregorio, la Chiesa romana si preoccupa letteralmente della sopravvivenza dei pochi cittadini romani, soggetti alla pressione dei temibili Longobardi, ancora ariani.
V’è di più: lo stesso Gregorio promuove la cristianizzazione degli Anglosassoni presso i quali invia Agostino di Canterbury (596). Così facendo egli introduce l’influsso del cattolicesimo romano in zone allora vergini. Da Gregorio in poi la Chiesa ha spalancate dinnanzi a sé le porte del potere. L’antico, splendido, raffinato mondo romano è solo un pallido ricordo. La società europea si ritrae su se stessa in attesa di tempi migliori, i quali verranno quattro secoli più tardi, dal Mille in poi.
In questo torno di tempo, la Chiesa acquisisce un potere spirituale e politico immenso.
S’è detto che dopo la caduta dell’Impero romano d’Occidente, la Chiesa si pone quale unico punto fermo per salvaguardare l’ordine economico, sociale, politico. La Chiesa si appropria i valori del mondo classico e li trasmette all’Europa imbarbarita. Nel periodo franco, con Carlo Magno (che muore nell’814), essa comincia ad esercitare da sola, senza il concorso dei rappresentanti bizantini, un’azione di governo sul cosiddetto “Patrimonio di S. Pietro” (Pa-trimonium S. Petri), corrispondente pressappoco al Lazio attuale (il Patrimonium S. Petri è il nucleo iniziale del futuro e più vasto Stato Pontificio o Stato della Chiesa, successivo al XIII secolo, Sta-to che taglierà orizzontalmente l’Italia in due parti fino al 1870).
Nella Chiesa d’epoca medievale si è ormai insediato, saldamente al vertice, il vescovo di Roma, il pontefice, la cui elezione, a par-tire dal 1059, viene affidata ai cardinali, con la parallela sottrazione del potere vescovile all’influenza dei fedeli e dei signori.
Contro l’Impero germanico, che costituisce il secondo polo di attra-zione dell’epoca medievale sino all’avvento di Stati nazionali come Francia e Inghilterra, la Chiesa non solo ribadisce la propria autonomia rispetto al potere civile, ma passa addirittura al contrattacco: è la celebre lotta per le investiture (che si situa nel complesso mondo feudale e che si riferisce alla consuetudine invalsa allora, da parte d’imperatori e re, di conferire ai vescovi l’investitura di monasteri e di chiese, rendendoli pertanto loro sottoposti, ossia vassalli).
La Chiesa ne esce vincitrice, nel 1122, grazie al concordato di Worms.
Nel frattempo, però, l’affermarsi di Stati nazionali quali la Francia e l’Inghilterra sollecita il problema della libertà di tali stati dalle aspirazioni politiche dei Papi, aspirazioni che, con Bonifacio VIII (1294-1303), raggiungono l’apice. Siamo nel fulgore della teocrazia pontificia. Ma proprio a partire da questo periodo ha ini-zio la lentissima fine del potere temporale dei papi, che, attraverso la Riforma, l’Illuminismo e la Rivoluzione francese, viene sancita circa sei secoli più tardi dalla conquista di Roma (20 settembre 1870) da parte del neonato Regno d’Italia. Oggi le cose stanno, in seno al cattolicesimo, come ben sappiamo. Il Papa è monarca indiscusso, è il vero capo della Chiesa Cattolica Romana, che decide ciò che si deve o non si deve fare, quel che è bene o è male.
Il prete che provasse nella sua parrocchietta a cambiare le cose, non conta assolutamente niente: in fin dei conti, chi conta risiede a Roma, da dove governa il mondo spirituale cattolico, e non solo cattolico. Da ultimo, si noti come, nei momenti di crisi del papato, abbia fatto (e continui) inutilmente a fare capolino la vecchia teoria della superiorità dei vescovi (“conciliarismo”) sull’autorità del papa.

5. CONCLUSIONE: POVERO CRISTO!

Ma Cristo, in fin dei conti, che cos’ha da spartire con tutto questo mondo descritto, con le lotte politiche, con il potere temporale della Chiesa? Sarebbe certo un Dio poco intelligente, contraddittorio, il Cristo della Bibbia, se davvero la Chiesa Cattolica Romana fosse la sua emanazione. Come può essere Cristo rappresentato da questa Chiesa? È più che lecito dubitarne.


FINE


A.C. 03/2008

Piccola biografia dell'autore:
A.C. ha contribuito con centinaia di articoli a giornali di educazione biblica.
E' stato editore di due testate.
E' laureato in lettere antiche con specializzazione nello studio delle lingue e della storia del vicino Oriente Antico,e fine conoscitore del greco biblico.

omega [SM=g27998]
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 04:32.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com