La Gotta

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tarantola17
00giovedì 17 maggio 2007 22:47
La gotta è una patologia dismetabolica causata da un aumento della produzione di acido urico, o da una diminuzione della sua escrezione:ciò provoca un incremento del livello di uricemia nel sangue, con il successivo deposito di cristalli di acido urico nei tessuti periarticolari. L'accumulo dei depositi provoca a sua volta infiammazioni molto dolorose a livello articolare e può evolversi in forme di artrite cronica deformante. Inoltre i depositi possono anche formarsi nei reni, causando calcolosi renale, oppure nel tessuto sottocutaneo con la formazione di noduli (tofi). Le coliche renali provocate dalla calcolosi possono anche presentarsi senza precedenti sintomi a livello articolare.
L'attacco acuto di gotta può risolversi spontaneamente, ma generalmente dura da 7 a 10 giorni. Il caso più comune interessa l'alluce, ove la zona che interessa l'articolazione diventa dolorante, rossa e gonfia. In questo caso si interviene con una terapia farmacologica (i Fans sono ormai preferiti alla colchicina, per la loro minore tossicità e la maggiore efficacia), evitando l'assunzione di farmaci che potrebbero aggravare la patologia (diuretici, aspirina, acido nicotinico) e di alcolici; il paziente dovrà inoltre riposare a letto.
Per quanto riguarda la patologia cronica, si interviene generalmente in caso di iperuricemia (livello superiore a 13 mg/100cc nell'uomo e a 10 mg/100cc nella donna), di uricosuria (acido urico presente nelle urine in quantità superiore a 1.100 mg/die), di frequenti attacchi acuti, di noduli, di artropatia gottosa, di calcolosi renale o di danno renale. In questi casi, la terapia dovrà quasi sempre essere seguita per tutta la vita e si baserà sullo stato del singolo paziente. Un tempo si attribuiva particolare importanza alla dieta, ma oggi la terapia farmacologica ha assunto un'importanza decisiva. È comunque buona norma seguire una dieta con un contenuto normale di proteine, senza eccedere negli zuccheri e limitando al massimo il consumo di alcol. In particolare, l'alcol e l'obesità sono fattori che aumentano la secrezione di acido urico e ne diminuiscono l'escrezione.

Gotta e alimentazione

Il ruolo dell’alimentazione e in particolare di alcune sostanze (alcol, purine, fruttosio ecc.) nella patogenesi della gotta è sempre stato esagerato. Ippocrate la descriveva come l'artrite dei ricchi, in contrapposizione al reumatismo, che chiamava artrite dei poveri. Egli infatti aveva messo in relazione la gotta con la dieta di chi poteva permettersi di mangiare carne tutti i giorni. Tuttavia la relazione tra gotta e alimentazione non è mai stata provata da studi scientifici. Stranamente esistono anche poche ricerche che si sono orientate in tal senso. Probabilmente perché a livello medico basta una banale considerazione che a livello generale sfugge ai più: se un soggetto è estremamente carente di vitamina B1 è vittima del beri beri e ciò accade a tutti. Invece moltissimi soggetti che seguono regimi alimentari a rischio di gotta ne sono perfettamente immuni. Sembra cioè che nella gotta l'astensione da certi cibi sia piuttosto un rimedio della nonna che un consiglio basato su solide basi scientifiche. Inoltre i vari elenchi di alimenti proibiti spesso si contraddicono e la loro intersezione possiede pochissimi alimenti comuni (per esempio l'alcol, vedasi la parte finale sullo stile di vita).
Un altro dato statistico riguarda il fatto che, nei paesi industrializzati, la gotta colpisce un soggetto su 30, ma gli uomini sono colpiti quattro volte più delle donne. E in tali paesi non esiste una significativa differenza alimentare fra uomini e donne.
Una ricerca recente pubblicata sul The New England Journal of Medicine, frutto di 12 anni di osservazione (quasi 50.000 soggetti) non ha confermato le raccomandazioni precedenti: è stato osservato un aumento del rischio del 21% per ogni portata di carne consumata in più al giorno e un 7% per ogni portata di pesce. Come dire: se il rischio con un piatto a base di carne al giorno è del 3,3% (1 soggetto colpito su 30), con due piatti di carne passa al 4%. Correttamente gli autori hanno trovato che non tutte le purine (precedentemente ritenute responsabili degli attacchi di gotta) sono dannose. Molte carni bianche, le proteine vegetali (prima messe sotto accusa), le uova e i formaggi magri sono stati assolta dalla ricerca (anzi, il latte sembra contrastare la patologia). Rimarrebbero invece incriminati fegato, rognone, cuore, aringa, sgombro, acciuga e trota.
Basta leggere l'elenco per capire che, se un ammalato di gotta fa bene a toglierli dalla propria dieta, sicuramente non possono essere la causa della patologia perché, tranne rarissime eccezioni, nessuno si alimenta in modo continuo con tali alimenti. Qual è allora la vera relazione fra alimentazione e gotta?

Moltissime ricerche rilevano che l'iperuricemia è spesso associata a:

obesità

un valore elevato di trigliceridi

diabete mellito

ipertensione arteriosa

poliglobulia


Fonte: www.albanesi.it/Salute/gotta.htm
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