Ottenute staminali pluripotenti da topi adulti

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tarantola17
00domenica 10 giugno 2007 18:23
Le cellule del tessuto connettivo sono state riprogrammate e rese uguali a staminali embrionali

La scienza ha ottenuto un grande traguardo: normali cellule di un tessuto adulto di topo sono state trasformate in staminali, in una sorta di ritorno al passato.
Il risultato è stato ottenuto da tre lavori diretti da Shinya Yamanaka dell'Università di Kioto, Rudolf Jaenisch del Whitehead Institute for Biomedical Research e MIT di Boston e Konrad Hochedlinger del Massachusetts General Hospital Cancer Center and Center for Regenerative Medicine, Harvard Stem Cell Institute di Boston. Le cellule riportate allo stadio di staminali sono uguali e non distinguibili da staminali embrionali e, come esse, sono in grado di dar vita a topolini sani. Infatti i topolini transgenici, nati da cellule del tessuto connettivo "riprogrammate" geneticamente in modo da trasformarsi in staminali pluripotenti, stanno bene.
In pratica, le cellule staminali pluripotenti sono state ottenute inserendo nei fibroblasti, tramite un vettore virale, 4 geni chiave delle cellule embrionali (Oct4, Sox2, c-Myc e Klf4). I 4 geni sono dei regolatori fondamentali dell'attività del genoma. In seguito, i ricercatori hanno isolato le cellule staminali ottenute dal resto della popolazione cellulare di partenza con delle sofisticate tecniche selettive. A questo punto hanno proceduto facendo dei test per controllare la qualità delle staminali generate e hanno osservato che erano sempre indistinguibili da quelle embrionali. Solo a quel punto hanno condotto la prova-chiave: hanno iniettato le staminali "riprogrammate" in embrioni ai primissimi stadi di sviluppo e sono riusciti così a dar vita a dei topolini sani.
Le cellule riprogrammate hanno partecipato alla formazione di tutti i tessuti dei topi. Questo ha dato la conferma che queste cellule sono in tutto e per tutto uguali a cellule staminali pluripotenti dell'embrione. Sono stati poi ricreate generazioni successive di topi che avevano ancora cellule originate dalle cellule riprogrammate: quindi il 'seme' delle cellule riprogrammate era presente anche nelle cellule germinali che producono ovociti e spermatozoi. ''Quest'ultima è la prova finale e definitiva che le cellule riprogrammate possono fare tutto quello che fa una cellula dell'embrione'', ha dichiarato con soddisfazione Jaenisch.
Già un anno fa Yamanaka annunciò di essere riuscito a trasformare in laboratorio delle cellule adulte di topo in cellule pluripotenti. Ma nel passaggio in vivo, l'esperienza non funzionò e non riuscì a creare nessun topo da quelle cellule riprogrammate. A quel punto lo scienziato ricominciò gli studi per perfezionare la tecnica coinvolgendo anche due gruppi di ricerca americani.
Ora la dimostrazione del nuovo lavoro riuscita in vivo, ha suscitato interesse in tutta la comunità scientifica internazionale. Infatti se funzionasse anche sulle cellule umane, si potrebbe continuare la ricerca sulle staminali senza far ricorso agli embrioni, aggirando così tutti i problemi etici. Se lo stesso si potesse fare con cellule adulte umane, spiegano gli scienziati, avremmo accesso ad una fonte inestimabile di cellule per la medicina rigenerativa, per riparare organi e tessuti, curare malattie, creare nuovi organi da trapianto e senza far ricorso agli embrioni.
Molto positivo il commento di Angelo Vescovi, direttore dell'Istituto di Ricerca per le Cellule Staminali, al San Raffaele di Milano: "Con questa tecnica si fa clonazione senza usare embrioni. Mi spiace di non averlo ottenuto io questo risultato". Continua: "Un lavoro splendido che cambia radicalmente il modo di far ricerca sulle staminali. Se si riuscisse anche nell'uomo a trasformare le cellule adulte in pluripotenti, si risolverebbero sia i problemi etici sulla ricerca sulle staminali embrionali, sia quelli tecnici, in quanto si avrebbe una facile disponibilità di cellule personalizzate per curare ogni singolo paziente. E questi scienziati meriterebbero il Nobel".
Più cauta invece la reazione di Maurilio Sampaolesi, stretto collaboratore di Vescovi: "Se quei geni sono in grado di creare staminali pluripotenti, che chiaramente continuano ad autorinnovarsi, perché non hanno formato neoplasie?".
I risultati degli esperimenti sono pubblicato su "Cell Stem Cell" e su "Nature".

Fonte: MolecularLab.it (07/06/2007)
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