Upupa, ilare uccello calunniato
dai poeti, che roti la tua cresta
sopra l'aereo stollo del pollaio
e come un finto gallo giri al vento;
nunzio primaverile, upupa, come
per te il tempo s'arresta,
non muore più il Febbraio,
come tutto di fuori si protende
al muover del tuo capo,
aligero folletto, e tu lo ignori.
Eugenio Montale,
Ossi di seppia
Stamattina sento il solito verso dell'upupa, un po' più forte del solito, e penso che magari si è posata su qualche albero nei campi dietro casa (di solito se ne stanno più lontane dalle case, sui colli); poi mi rendo conto che ho le finestre chiuse, grazie al fresco portato dal temporale di ieri sera, e che quindi dev'essere
molto più vicina, e infatti... si era appollaiata sulla cima rinsecchita dell'abete "ex natalizio" della vicina di casa, un colosso di ormai oltre 15 metri, luogo di vedetta preferito di una quantità di uccelli che si danno il turno, dai merli alle tortore, ai fringuelli, e ora alle upupe:
Peccato che la mia fotocamera a quella distanza e con lo zoom al massimo mostri i suoi limiti in termini di risoluzione e qualità dell'immagine...
Ho anche realizzato un
video (5.2 MB), peccato solo per i continui passaggi di auto: ho esaltato, per quanto possibile, le frequenze del verso dell'upupa, ma il rumore di fondo resta lo stesso.
Luca.