un fatto di cronaca di circa 40 anni fa
un uomo sposato e ricco scopre che la moglie ha un giovane amante; sconvolto dalla gelosia li ammazza entrambi e poi si suicida sparandosi.
Rimane unica erede la figlia di primo letto di lei, una ragazza di 19 anni che all'epoca per la legge era minorenne.
Viene nominato un tutore, lei sconvolta dagli avvenimenti familiari scappa a vivere in Brasile dove si sposa.
Ha problemi economici e decide di vendere la villa di famiglia in cui si era svolta la tragedia, una villa del '700 con parco secolare, mobili antichi, quadri preziosi ed una biblioteca ricchissima.
Dal Brasile è difficile seguire la vendita e decide di affidarne l'incarico al suo tutore, di cui si fida.
Mal gliene incolse, questi anzichè curare gli interessi della ragazza, cura, probabilmente ben ricompensato, quelli del compratore, un riccone in cerca di una villa prestigiosa.
La villa viene valutata all'epoca circa 3,5 miliardi di lire.
Ebbene il tutore la mette in vendita per 500 milioni di lire, approfittando dell'ingenuità e della lontananza della proprietaria. Il colpo riesce, ma non è finita. Viene stabilito che il prezzo non venga pagato in contanti ma in azioni della società del compratore.
Solo che queste azioni non sono liquidabili sul mercato. Se ne accorge l'ingenua dopo qualche tempo ed avendo bisogno del denaro si rivolge nuovamente al tutore, il quale si rivolge nuovamente all'acquirente e questi si offre di riacquistare le azioni per la metà del loro valore, cioè 250 milioni di lire.
Sembra che con quel denaro la ragazza abbia constatato qualche tempo dopo che avrebbe potuto comprarsi solo 5 box auto, il valore dei soli libri della ricca biblioteca, mentre la villa solo dopo pochi anni è stata valutata intorno a 7-8 miliardi di lire in occasione di un prestito concesso da una grossa banca al nuovo proprietario.
Ciliegina finale: l'intestazione avvenne solo 7 anni dopo per risparmiare sulle tasse della facoltosa proprietà.
Cosa pensate di questa storia?