Superman vola nei cieli ed è dotato di poteri straordinari, ma la sua vita non è più facile per questo, anzi. Christopher Reeve era bello, coraggioso, sensibile e dotato, ma la sua vita non è stata più facile di quella degli altri, anzi. Il suo fisico imponente, così in contrasto con il volto delicato, e quell’espressione “pulita”, invece di spianargli la strada del successo, ha finito con il relegarlo in certi ruoli. Reeve, uno dei pochi attori che ha pagato per la sua bellezza, era un professionista sottovalutato. Nato a New York il 25 settembre 1952, aveva cominciato a lavorare come attore molto presto, riscuotendo ottimi risultati. Non a caso, fu scelto, insieme con Robin Williams, tra migliaia di candidati, per frequentare l’ambitissima Juilliard School of Performing Arts di New York.
Il suo esordio vero fu in tv, nei panni di Ben Harper in Love of Life , nel 1974. Al cinema debuttò nel 1977, con Salvate il Gray Lady di David Greene, con Charlton Heston. Ma il pubblicò imparò a conoscerlo l’anno dopo, quando diede per la prima volta il volto all’eroe dei fumetti Superman. Da quell’anno la sua carriera non si era mai fermata. E, accanto ai quattro Superman , Christopher Reeve aveva interpretato anche film di spessore: da Trappola mortale di Sidney Lumet (1982) a I Bostoniani di James Ivory (1984) a Rumori fuori scena di Peter Bogdanovich (1992). Vale senz’altro la pena di citare anche Quel che resta del giorno di James Ivory, con Anthony Hopkins ed Emma Thompson, in cui l’attore dà vita all’inglesissimo Mr. Jack Lewis, alle cui dipendenze lavora il maggiordomo Hopkins. Nel 1988 prese parte al remake di Prima Pagina , Cambio Marito di Ted Kotcheff, con Burt Reynolds e Kathleen Turner. Ma Reeve lavorò anche con la Comédie Française e con il National Theatre di Londra.
Il destino di Christopher Reeve, però, si chiamava Eastern Express, il cavallo che il 29 maggio 1995 si fermò davanti al terzo ostacolo, facendo volare l’attore oltre la siepe. Reeve non riuscì a liberare le mani dalle briglie e si procurò una lesione alla colonna vertebrale che lo paralizzò dal collo in giù. L’incidente distrusse il corpo, ma non la mente. E, appena le cure gli permisero di fare a meno del respiratore artificiale per qualche ora, tornò a lavorare. Nel 1997 debuttò come regista, con In the Gloaming , con Glenn Close nel ruolo della madre di un gay che muore di Aids. L’anno dopo, recitò in Rear Window di Jeff Bleckner, remake del celebre capolavoro di Hitchcock La finestra sul cortile . Reeve era nei panni che furono di James Stewart, il giornalista costretto su una sedia a rotelle. E adesso, ora che il Superman più amato della storia è caduto in coma, qualcuno ha staccato la spina.
Da Il Messaggero, 12 ottobre 2004
Roberta Bottari